Migliaia di persone provenienti da numerose parrocchie della diocesi di Aversa hanno letteralmente invaso Piazza San Pietro mercoledì scorso, 5 giugno, per partecipare all’udienza col Santo Padre. Un oceano di cappellini gialli, indossati dai fedeli del nostro territorio giunti nella capitale a bordo di diverse decine di pullman, sono accordi nella Città del Vaticano per porgere il loro caloroso saluto a Papa Francesco nel pieno della celebrazione dell’Anno della fede. Il pellegrinaggio era stato presentato da Mons. Angelo Spinillo come “un percorso di crescita spirituale per essere sempre più attenti al Vangelo di Gesù Cristo e per maturare una sempre più autentica disponibilità e obbedienza al comandamento della carità”.
I fedeli della diocesi aversana si sono ritrovati di prima mattina in una Piazza San Pietro gremita fino all’inverosimile per il rituale appuntamento settimanale dell’udienza generale di Papa Francesco, che ha voluto porre l’attenzione sulla questione dell’ambiente, un intervento suggerito anche dalla concomitanza con la Giornata Mondiale dell’Ambiente promossa dalle Nazioni Unite, che lancia un forte richiamo alla necessità di eliminare gli sprechi e la distruzione di alimenti. “Quando parliamo di ambiente, del creato, il mio pensiero va alle prime pagine della Bibbia, al Libro della Genesi, dove si afferma che Dio pose l’uomo e la donna sulla terra perché la coltivassero e la custodissero”.
Il Sommo Pontefice ha voluto porsi e rivolgere alla platea una serie di domande: Stiamo veramente coltivando e custodendo il creato? Oppure lo stiamo sfruttando e trascurando? Ma il “coltivare e custodire”, ha osservato Papa Francesco, non si riferisce esclusivamente al rapporto tra noi e l’ambiente, tra l’uomo e il creato, ma anche ai rapporti umani, ammonendo su come oggi ad essere in pericolo sia la persona umana. “Quello che comanda oggi non è l’uomo, è il denaro, il denaro, i soldi comandano. E Dio nostro Padre ha dato il compito di custodire la terra non ai soldi, ma a noi: agli uomini e alle donne. noi abbiamo questo compito! Invece uomini e donne vengono sacrificati agli idoli del profitto e del consumo: è la “cultura dello scarto”. Se si rompe un computer è una tragedia, ma la povertà, i bisogni, i drammi di tante persone finiscono per entrare nella normalità. Se una notte di inverno, qui vicino in via Ottaviano, per esempio, muore una persona, quella non è notizia. Se in tante parti del mondo ci sono bambini che non hanno da mangiare, quella non è notizia, sembra normale. Non può essere così! Eppure queste cose entrano nella normalità: che alcune persone senza tetto muoiano di freddo per la strada non fa notizia. Al contrario, un abbassamento di dieci punti nelle borse di alcune città, costituisce una tragedia. Uno che muore non è una notizia, ma se si abbassano di dieci punti le borse è una tragedia! Così le persone vengono scartate, come se fossero rifiuti”.
Questa “cultura dello scarto”, ha continuato Papa Bergoglio, tende a diventare mentalità comune, contagiando tutti e rendendoci “insensibili anche agli sprechi e agli scarti alimentari, che sono ancora più deprecabili quando in ogni parte del mondo, purtroppo, molte persone e famiglie soffrono fame e malnutrizione”. Calzante il riferimento al racconto del miracolo dei pani, letto pochi giorni prima in occasione della Festa del Corpus Domini: “Gesù dà da mangiare alla folla con cinque pani e due pesci. E la conclusione del brano è importante: «Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi avanzati: dodici ceste». Gesù chiede ai discepoli che nulla vada perduto: niente scarti! E c’è questo fatto delle dodici ceste: perché dodici? Che cosa significa? Dodici è il numero delle tribù d’Israele, rappresenta simbolicamente tutto il popolo. E questo ci dice che quando il cibo viene condiviso in modo equo, con solidarietà, nessuno è privo del necessario, ogni comunità può andare incontro ai bisogni dei più poveri. Ecologia umana ed ecologia ambientale camminano insieme. Vorrei allora che prendessimo tutti il serio impegno di rispettare e custodire il creato, di essere attenti ad ogni persona, di contrastare la cultura dello spreco e dello scarto, per promuovere una cultura della solidarietà e dell’incontro”.
Dopo l’udienza generale, i vari gruppi parrocchiali hanno consumato un pranzo a sacco, dedicandosi poi separatamente alla visita della Basilica di San Pietro e di altre importanti chiese della capitale. Nel pomeriggio, alle ore 17:00, i fedeli sono confluiti in massa nella Basilica di San Paolo fuori le Mura per la Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo di Aversa, Mons. Angelo Spinillo, e dall’Arcivescovo Mons. Mario Milano, alla presenza dei sacerdoti della diocesi normanna. Al termine, i fedeli hanno fatto ritorno a casa, stanchi ma felici, arricchiti da una indimenticabile esperienza dallo straordinario valore umano e spirituale.