Quando Papa Giovanni XXIII indisse il Concilio Vaticano II chissà se aveva una pur minima consapevolezza di quanti tesori sarebbero riemersi dopo che, per tanto tempo, il buon contadino, forse inavvertitamente, aveva nascosto nel vasto campo della Chiesa e del mondo.
Attribuire il tutto ad un opera umana sarebbe non dare giusto conto al Santo Papa perché, come lui stesso ebbe ad affermare, nell’indire il Concilio stava assecondando la voce dello Spirito Santo. La consapevolezza di questa ispirazione ci fa affermare che i tesori e i frutti del Concilio veramente sono tantissimi, e forse, noi oggi, stiamo cogliendo e gustando ancora le primizie.
Tra questi doni, domenica prossima, 31 maggio – solennità di Pentecoste – vorremmo ricordare il Rito di Consacrazione delle Vergini, a cinquant’anni dal suo ripristino. Come Chiesa diocesana sentiamo di rendere grazie al Signore per questa riscoperta, perché alla nostra Comunità è stata data la possibilità, e non una volta sola, di poter scoprire e assaporare la bellezza, la ricchezza, il fascino e il mistero di questo Rito, essendo la nostra Chiesa benedetta per la presenza di 7 Sorelle consacrate nell’Ordo Virginum e la presenza di 6 giovani ragazze, quattro della nostra Diocesi e due ospiti (di cui una di Sessa Aurunca e l’altra di Cerignola – Ascoli Satriano), in cammino di formazione e di discernimento.
Poter celebrare e far memoria di un Anniversario è sempre qualcosa di bello. È come se ci fosse data la possibilità, in un certo qual modo, di riprendere un certo dialogo, una riflessione su questa realtà così grande, che ha i suoi inizi già nei tempi apostolici.
Celebrare un Anniversario non vuol essere una mera autocelebrazione, ricordando una serie di avvenimenti e iniziative fatte in questi anni – certamente anche questo tipo di ricordo è necessario; ma vuole essere, prima di tutto, un prendere consapevolezza del dono fatto e del come guardare e vivere il tempo che ci è donato, con la consapevolezza di questo dono. Facciamo memoria di un Rito e «questi celebrato nell’“oggi”, ha la sua caratteristica di essere relativo a un fatto esprimente una duplice realtà: guarda al “passato” preannunziando il “futuro”». (in Anamnesis 3/2 la liturgia Eucaristica)
Le sette Sorelle consacrate nell’Ordo Virginum, presente in Diocesi, diverse per età, formazione e provenienza, vivono il loro essere « sponsæ Christi, Christo dicatæ, Christo maritaæ, Deo nuptæ »(Sant’Antanasio, Sant’Ambrogio), nella gioia della quotidianità del loro lavoro, professione e missione, vivendo nel mondo ma con la consapevolezza di non essere del mondo. Forse, a volte, ci passano accanto e non ce ne accorgiamo, perché non hanno nessun segno esteriore che possa renderle diverse dalla nostre sorelle o amiche; ma hanno negli occhi lo sguardo profondo di chi scruta la bellezza del tempo, abitato dalla presenza di Dio, e lo portano, proprio attraverso il loro lavoro e apostolato, lungo le strade della nostra quotidianità, affinché ognuno di noi possa incontrarsi e anche scontrarsi con il Signore, richiamandoci ad una quotidianità altra.
Una certezza, certezza di fede alberga nel cuore e nella vita di queste Sorelle e che, di seguito, in certi passaggi della loro testimonianza potremmo cogliere: partecipano del Bene, che è la presenza della vita stessa di Dio, nella loro vita. La loro vocazione non è chiamata ad esaurirsi in una contemplazione all’interno di un monastero o di un chiostro, ma per parteciparla a quanti il Signore stesso metterà sul loro cammino: sono un dono a se stesse, per l’edificazione e la crescita del bene comune.
« Raccontare un’esperienza di fede non è semplice perché le parole sono mezzi riduttivi quando vanno incontro ad un Mistero in cui il divino bacia l’umano, elevandolo»… « È sempre bello fermarmi a rileggere l’esperienza di Dio nella mia vita! Mi allarga il cuore e lo riempie di gratitudine per tutto ciò che ha operato »… « Sentii lo sguardo di Gesù che si posò su di me, mi scelse e mi invitò alla sequela: “Vieni e seguimi” (Mc10,21)»… « Tutto cambia quando il tuo sguardo incontra lo sguardo di Gesù. Allora sì: la vita cambia, assume un volto nuovo, senti nel cuore il desiderio di felicità, di una vita piena che solo Gesù dona »… « Ogni vocazione è in sé un mistero. Mistero in quanto, in modi che solo il Cuore di un Dio innamorato delle sue creature conosce, irrompe in modi diversi nella vita di ognuno»… « vivo in un paese a maggioranza musulmana, dove il dialogo costante di credenti nella diversità è il primo segno che la fede unisce e non divide»
« Ho fatto esperienza vera della paternità di Dio; mi sono sentita amata, accolta, preziosa ai suoi occhi»… « l’amore di cui mi ha investita era traboccante, faceva scaturire in me il desiderio di condividerlo e di donarlo. Da quel momento si è acceso un faro, mi sono sentita ‘’figlia amata’’, ho sentito che mi sarei potuta fidare, mi amava di un amore infinito al di là dei miei limiti e della mia pochezza »… « Il rapporto con il Signore crebbe nello scoprire che ero amata. Così ho scoperto che Dio è sempre dalla nostra parte ed è Lui a credere e a scommettere su di noi. » … « questo Gesù che stavo imparando a conoscere non era difficile da incontrare perché non viveva in “alto” ma anzi era così “quotidiano” e “nel mondo” da stare sempre affianco a me e per questo più semplice da testimoniare »… « Per me si trattava di un invito di un Dio sconosciuto, che nessuno mai, fino ad allora, mi aveva insegnato a conoscere. Si è lasciato scoprire, conoscere, amare attraverso i versetti di un Vangelo arrivato chissà come nelle mie mani di adolescente assetata di Vita, di Bellezza, di grandi progetti. E’ stata una ricerca lunga, faticosa, entusiasmante e a volte così apparentemente irraggiungibile da farmi pensare di desistere. Ma la sua mano mi riattirava a Sé, ogni volta »… « Ma arrivare a comprendere tutto questo ha richiesto anni di profondo discernimento. In ogni Si nuziale c’è uno Sposo ed il mio mi ha conquistata perseguitandomi con il suo esasperato Amore»… «Il cammino di formazione ha permesso di conoscere sempre di più me stessa »… «sono “mamma” di 14 bambini con storie e ferite le più diverse »… « Così l’Amore ha sradicato le mie presunte certezze è diventato l’unica legge per vivere riempiendo il vuoto lasciato dalle paure, attendendo con pazienza la crescita di un seme fecondato con il sangue del Dio-Uomo affinché apprezzassi il valore del dono e lo custodissi con dignità sponsale»
« L’Ordo Virginum si è presentato a me come il “vestito” più adatto: le sue prime discepole, ad iniziare dalla Vergine Madre, indossavano l’abito dell’abbandono libero alla Verità, testimoniavano la resurrezione del cuore dopo la croce, vivevano del proprio lavoro aiutando ed accompagnando i discepoli della chiesa nascente.»… « Il “Si” pronunciato attraverso la chiesa, che è Madre, Sposa e Figlia; “l’anello” come sposa di Cristo; il “libro della liturgia” delle ore che richiama la preghiera della chiesa che risuona senza interruzione; e il “velo”, che distingue dalle altre donne, diventarono il mio vestito e i simboli gratuiti dell’amore di Gesù.»… « La diocesanità, il legame spirituale e pastorale con la chiesa locale, è quell’aspetto, tipico dell’OV, che ha incontrato il desiderio di universalità che abita in me »… « Conoscendo questa forma di consacrazione antica e nuova ho sentito che era il vestito adatto per me; mi faceva assaporare la libertà dei figli di Dio, potevo essere totalmente Sua, vivere alla sequela di Cristo, essere sua sposa, secondo il mio carisma. Questa cosa non solo mi affascinava, ma mi faceva sentire a casa»… « vivo la vita come tutti gli altri esseri umani, senza separazioni e distinzioni, e negli interstizi esistenziali fatti di ordinaria quotidianità, dal lavoro alla vita di villaggio ed ecclesiale, mi impegno a lasciar cadere i semi delle Parola e i gesti di misericordia e nel mio piccolo cerco di contribuire alla costruzione del Regno»
« Come potevo rispondere a tanto amore? Donandomi… totalmente… a Lui con tutta la precarietà di quel momento »… « ho gustato il “già e non ancora” in quell’attesa che aumentava il desiderio del si totale a Gesù, nel servizio alla Chiesa per il bene dei fratelli »… « essere consacrata nell’Ordo Virginum è vivere la semplice quotidianità rendendola sacra, vestendola di vangelo e preghiera, amore e prossimità, servizio e speranza»
« Il mio monastero sarebbe stato il mondo ed il tabernacolo eucaristico addirittura presenza viva in me? Quanta Grazia, troppa per essere compresa dai miei limiti di logica umana ma desideravo una profonda intimità con Lui, assomigliargli e per una volta provare a farlo sorridere per me!»… « Tutto è dono, tutto è gratuità scaturita dal suo amore»
Fin qui l’esperienza delle Sorelle già consacrata. Ci aiutano ora, nella comprensione di questo dono, l’esperienza delle 6 giovani formande.
« Sono una giovane in cammino, chiamata a discernere i passi pieni di paura »… « Sono la classica ragazza di una piccola-media cittadina, cresciuta in una famiglia praticante »… « Sono in cammino nell’ Ordo Virginum da circa quattro anni » … « ho dovuto riconoscere una voce che sussulta al mio cuore non con parole facili da cogliere e interpretare, ma nei passi della mia normale quotidianità, e mi hanno condotta a comprendere che il Signore è proprio lì dove pensavo mi avesse abbandonato »… « Nella mia storia vocazionale ho avuto la possibilità di venire a contatto con diverse realtà, ma nessuna di esse ha mai dato una risposta esaustiva alla chiamata che il Signore aveva riservato »
«… anche io, come tutti i giovani, avevo i miei sogni, i miei progetti; ma mi rendevo conto che le esperienze che vivevo non mi bastavano, mi sentivo sempre inquieta: c’era qualcosa che non andava, ma non riuscivo a capire cosa »…. « in parrocchia: tante esperienza, tanti impegni, sempre presente, educatrice e tanti ruoli che, da una parte mi soddisfaceva ma da un’ altra parte mi lasciava tanto vuoto dentro »… « vedendole con l’abito durante un’adorazione capii che il Signore mi stava scuotendo e mi stava chiedendo di avere fiducia e saltare, non nel vuoto, ma nella pienezza. Inizia cosi il mio cammino fatto di tutti gli umori, affetti, difficoltà, dubbi che una relazione vera, reale e incarnata può avere »… « “Seguimi” su questo verbo mi sono lasciata amare da Dio e messa in cammino, e il Signore ha posto sulla mia strada le sorelle dell’Ordo Virginum »… « ho potuto, così, sentire come sono importante per Lui, nonostante i miei difetti e la mia povertà »… « Non sono io che ho scelto l’Ordo Virginum, ma è lui che ha scelto me, ed essendo un dono dello Spirito Santo è Lui che ha guidato la mia vita, nell’ inconsapevolezza.»
« Aprendomi alla verità, mi sto lasciano educare gradualmente all’esperienza immensa e luminosa del suo amore gratuito, che ti accetta così come sei, con tutte le imperfezioni; facendomi scoprire che più importante del conoscere è il riconoscere l’amore di Dio nella propria vita » … « L’accoglienza e il percorso formativo di discernimento sia dal punto di vista umano che spirituale mi sono molto di aiuto per il mio cammino facendomi scoprire lati del mio carattere a me sconosciuti e progredire nel mio cammino vocazionale »… « mio primo discernimento fu comprendere che il Signore aveva per me un progetto molto più grande e più bello dei miei » … « Mi sentivo come se qualcuno avesse cucito un abito su misura per me alla perfezione »… « Ogni inquietudine era sparita » … « Sto rispondendo a questa chiamata che il Signore mi ha donato, prima di tutto perché voglio vivere con Gesù come sua sposa, donandomi a Lui totalmente. Il Signore mi ha condotta su questa strada, dove mi sento libera di esprimere appieno la mia vocazione »… « Sento che egli stesso ha scelto me, mi guida con tanta delicatezza »… « Lo Spirito Santo ha messo nel mio cuore il desiderio di scegliere di amare come Sposo Cristo, e non un uomo »… « I momenti difficili non mancano, come in tutti i cammini della vita, ma la mia sicurezza resta ferma in Dio perché l’unica cosa che desidero è compiere la Sua volontà »… « Con atteggiamento spirituale sereno e fiducioso nelle mani di Dio, mi lascio giudare in questo cammino, che mi fa crescere e mi sta preparando interiormente pian piano alla consacrazione verginale » … « Trovo in questo cammino la purezza di una chiesa che testimonia una fede che si esprime nella semplicità del vangelo, proprio come ai tempi apostolici ».
Un profondo senso di gratitudine a queste nostre Sorelle per aver condiviso con noi questi passaggi della loro vita. Non è facile dar voce a ciò che ti accade dentro: come spiegare a parole un amore che ti avvolge e sconvolge radicalmente? Come non correre il rischio di sembrare, in alcuni passaggi, un po’… esagerate? Ma chi ha sperimentato, almeno una volta nella vita, cosa significa amare e ancora di più sentirsi amato sa che in queste parole non c’è niente di esagerato, anzi: parole fin troppo misurate. Non ci hanno consegnato tutto, come potrebbero farlo? Però abbiamo una certezza: ci hanno offerto la possibilità di un dialogo. Coltiviamolo e continuiamolo nei modi e nelle forme che, lo stesso Spirito che nella solennità di oggi invochiamo, ci permetterà di vivere.
Maurizio Palmieri
Delegato Ordo Virginum