Il legame tra la vita personale, la riflessione culturale e l’esercizio dell’attività professionale del giudice Livatino, il beato Rosario, è emblematico per un Movimento, il MEIC, che fa della testimonianza nelle professioni e dell’analisi dei fenomeni socio-economici, politici e culturali che interpellano le coscienze cristiane, il proprio specifico. Livatino sapeva unire ad una profonda fede cattolica, una concezione estremamente laica del suo ruolo di operatore di giustizia. Convinto che alla fine della vita “non ci chiederanno se saremo stati credenti ma se saremo stati credibili”. Il testo di Toni Mira è un bel libro, da cui emergono, chiare e profonde, le idee di Rosario Livatino sulla giustizia e sulla professione di giudice. Il confronto con il Procuratore nazionale antimafia Cafiero de Raho presenterà uno spaccato esaustivo di un uomo che, se vivesse oggi, osteggerebbe il sacrificio della giustizia sull’altare dell’ideologia o di presunte supremazie etiche.