Continuando il dialogo con le associazioni attente allsa salute del territorio, in particolare nome due associazioni, la diocesi accoglie la sollecitazione delle stesse e si unisce al rinnovato appello alle autorità competenti e alla popolazione per cercare insieme forme più efficaci di tutela del territorio.
Da decenni una parte consistente della popolazione campana, in special modo quella compresa nell’area a ridosso tra le province di Napoli e Caserta, vive in una situazione di estremo degrado civile e ambientale dovuto soprattutto al cosiddetto fenomeno della “Terra dei fuochi”. Appellativo nato perché in queste terre persiste da anni una pratica barbara di dare fuoco a cumuli di rifiuti abbandonati incontrollatamente; quindi, smaltiti illegalmente sia per effetto della comune inciviltà, sia per mano di trafficanti senza scrupoli, con la conseguenza che grandi cumuli di rifiuti si trasformano in funi tossici e nocivi per l’ambiente.
Questo triste e deleterio fenomeno persiste da anni, nonostante le tante manifestazioni di protesta dei cittadini svoltesi negli anni, spesso accompagnate e sostenute dal supporto morale e materiale della Chiesa locale e dalla Conferenza Episcopale della Campania.
Un fenomeno in continua crescita nel tempo, nonostante i timidi e infruttuosi tentativi governativi di porvi un argine – impiegando in talune circostanze anche l’Esercito – attraverso le varie iniziative delle autorità prefettizie e la nomina continua di svariati Commissari straordinari ad hoc.
Numerose sono state le iniziative di esortazione e sollecitazione verso gli organi dello Stato e gli enti territoriali (Governo, Parlamento, Magistratura, Regione, Comuni, etc.); in alcuni casi i comitati e le associazioni, insieme alle Diocesi e ai sindaci, si sono fatti promotori di modifiche e/o integrazioni legislative (vedasi il documento della Consulta Permanente Intercomunale e Interistituzionale del 7/1/2022 intitolato “Da Terra dei fuochi a Terra di eccellenze”), nonché promotori di svariate iniziative di denuncia giudiziaria; sono stati realizzati anche numerosi incontri con Magistrati, Prefetti e Comitati Provinciali per l’ordine e la sicurezza.
Poco o nulla è cambiato, se non addirittura peggiorato. Dalle cronache delle ultime settimane si registra la presenza smisurata di grossi quantitativi di rifiuti urbani, industriali, pericolosi e tossici abbandonati su strade urbane e periferiche – puntualmente denunciati alle Autorità di Polizia e tramite i mezzi di stampa – pronti per essere dati alle fiamme nelle zone della periferia urbana di Giugliano, verso il Lago Patria ad ovest e a nord verso Parete, Villa Literno e comuni limitrofi.
Questi luoghi (i soliti e noti a tutti luoghi), sono diventati un grande “ghetto” invivibile, pieno di degrado umano e ambientale. In questo contesto vivono e convivono migliaia di cittadini, tra cui quelli rom particolarmente caratterizzati da condizioni assurde di vita. Una zona contrassegnata da prostituzione diffusa e da un’alta concentrazione di attività industriali, di cui molte legate al ciclo di smaltimento dei rifiuti. Finanche i pochissimi servizi pubblici presenti hanno attraversato un processo di degradazione socio-ambientale, frutto del generale abbandono da parte della gestione pubblica e infrastrutturale.
Il continuo peggioramento delle condizioni di vita in questa zona sembra non trovare un punto di arresto; quanto accaduto qualche giorno fa, con la morte violenta di una piccola fanciulla all’interno del campo rom situato a Giuliano per causa delle disumane condizioni di degrado civile, è la manifestazione plastica dello scempio umano descritto.
Le opere di assistenza e vicinanza messe in campo quotidianamente da numerosi volontari e dalla Chiesa locale, per quanto necessarie a contrastare processi di emarginazione sociale, non sono certamente sufficienti al miglioramento complessivo delle condizioni di vita.
Per queste ragioni, i Comitati ambientali di cittadini, la Chiesa Diocesana e la Conferenza Episcopale Campana fanno appello ancora una volta alle Istituzioni tutte, a partire dai Sindaci del territorio, e alla collaborazione della popolazione, affinché si dispieghi una generale presa di coscienza e, se necessario, una nuova mobilitazione sociale che stravolga questa realtà assurda e inumana.
Sollecitiamo l’inizio di un confronto attivo e tempestivo con tutte le parti interessate, al fine di collaborare e agire insieme senza ulteriori indugi.
Sottoscritto da
Comitato Kosmos Ambiente e Salute
Comitato Cittadino Parete Basta Roghi
Mons. Angelo Spinillo, vescovo di Aversa