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Dell’importanza di questo anno nel cammino della Chiesa se ne è parlato nel Convegno Pastorale Diocesano del 28 settembre u.s.(vd. in questo sito) nel quale il Vescovo, mons. Spinillo, richiamando la Lettera Apostolica”Porta Fidei” di Papa Benedetto XVI, ne ha annunciato appunto l’ apertura .
La grande affluenza nella Cattedrale è stato il segno che il popolo diocesano ha avvertito l’ importanza dell’ evento, rispondendo alla chiamata del Pastore, in sintonia con quella del Santo Padre rivolta alla Chiesa di tutto il mondo . L’ evento , nell’ universalità della fede, cade nel cinquantenario del Concilio Ecumenico Vaticano II , indetto dal Papa Giovanni XXIII nel 1962, pietra miliare nella storia della Chiesa di Roma e nel ventesimo anniversario della pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica.
“Gaudet Mater Ecclesia” ha ricordato nella sua intensa omelia Mons. Spinillo, richiamando il titolo del discorso che Giovanni XXIII pronunziò all’ apertura del Concilio, e che “sentiamo di poterlo ripetere con tensione e attenzione anche oggi, quasi un ‘esclamazione di gioia nella fede con la quale il Beato Giovanni XXIII, davanti a oltre duemila Vescovi e numerosi teologi, sacerdoti e fedeli da tutto il mondo“. Questo anno, dice il Vescovo, indetto dal nostro Papa, Benedetto XVI, “si svolge in tutte le cattedrali e chiese diocesane, magari con modalità diverse, ma in una consapevolezza di cattolicità, di universalità della Chiesa in tutto il mondo dove ci sono battezzati e che vivono, con il loro vescovo, la loro fede, questo dono grazia di Dio” . Un invito rinnovato a vivere più intensamente e consapevolmente la fede che abbiamo avuto in dono. E’ un tempo di speranza, che ha la caratteristica di un giubileo e guarda al futuro come ad un tempo di grazie e di salvezza per essere umanità nuova, rinnovando la fiducia della presenza del Signore. “Il senso giubilare nel rinnovarsi dell’ adesione alla fede al Signore Gesù Cristo, e nel suo Vangelo, il senso giubilare del vivere immersi nella grazia di poter incontrare il Dio eterno e infinito che si rivela Padre nostro, il senso giubilare dell’ accogliere la presenza vitale del suo Santo Spirito che ci rende partecipi della sua infinita carità , ci è testimoniato, anzi ci è dato dalla possibilità che il Santo Padre ci ha donato di lucrare in tutto questo anno della fede l’ Indulgenza plenaria“.
Richiama le parole del Papa, mons. Spinillo, e dice che “dovrà intensificarsi la riflessione sulla fede per aiutare tutti i credenti in Cristo a rendere più consapevole e a rinvigorire la loro adesione al Vangelo, sopratutto in un momento di cambiamento che l’ umanità sta vivendo”. Tutte le comunità religiose, parrocchiali, ecclesiali vecchie e nuove troveranno il modo in questo anno per rendere pubblica la professione del Credo, un tempo di approfondimento e testimonianza della fede, per il quale il Papa ha esteso l’ indulgenza anche a coloro che partecipano a incontri di catechesi e a tempi di annunzio missionario, quale certezza gioiosa di essere nella Chiesa, del camminare con il sostegno della comunione nella fede di tutti i battezzati e di poter crescere nella fede nella comunione fraterna di tutti i battezzati, grazie alla fede di tutti i nostri fratelli. Tempo di gioia di vivere credendo, perchè la gioia è sempre presenza del bene, e la fede è sentire la chiamata di Dio in tutti i momenti della storia, la voce di Dio che ci invita ad essere protagonisti nella storia della comunione con la sua carità e prima di ogni altro calcolo.
L’ omelia è proseguita in una profonda riflessione sul bene della fede, articolata e vibrante – di cui è in corso la trascrizione che verrà successivamente posta alla consultabilità dei lettori -.
La celebrazione, solennemente accompagnata da canti liturgici anche di carattere gregoriano eseguite all’ organo con la splendida corale della Cappella Lauretana , con la presenza di S.E. Mons. Mario Milano e dell’ intero corpo presbiteriale e diaconale, ha avuto momenti intensi come il canto d’ ingresso con l’ Inno della fede, “Credo Domine” – Credo, Domine, adauge nobis fidem- l’ aspersione dell’ assemblea con l’ acqua da parte del Vescovo mentre si levava il canto di antifona: “Vidi l’ acqua”; e poi, dopo le letture e l’ omelia, e la consegna del testo del “Credo” a otto rappresentanti delle categorie di fedeli(sacerdote, diacono, ministro istituito, religiosa, seminarista, famiglia, due ragazze e due ragazzi), la solenne professione di fede, il Credo, cantata in latino con l’ antica melodia gregoriana. La celebrazione è proseguita in un clima d’intensa partecipazione e raccoglimento. Un bel momento al termine del quale si è usciti dalla cattedrale con l’energia dettata dalla gioia, e molti, tanti i volti sorridenti con nel cuore penso una rinnovata fiamma di fede.(Alberto Alfano)