Nato a Frattamaggiore, il sacerdote del PIME fu ucciso in Birmania nel 1950. Il Vescovo Spinillo: “Grande esempio di vocazione e straordinaria testimonianza missionaria della fede”
Ieri, 9 dicembre 2013, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza privata S. E. Card. Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel corso dell’Udienza il Sommo Pontefice ha autorizzato la Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti il martirio dei Servi di Dio Mario Vergara, Sacerdote professo del PIME, e Isidoro Ngei Ko Lat, Laico e Catechista, entrambi uccisi, in odio alla Fede, a Shadaw (Birmania, oggi Myanmar) il 24 maggio 1950.
“In Padre Mario Vergara, e nel suo martirio, la Chiesa diocesana di Aversa vede riconosciuta l’intensa testimonianza di fede vissuta da uno dei suoi figli più generosi – commenta Angelo Spinillo, vescovo di Aversa – e sente ancora più forte la vocazione propria di tutti i battezzati a consacrare la vita all’annunzio ed alla testimonianza missionaria della fede. Credo, ancora, di poter dire che il Decreto che annunzia la beatificazione di Padre Mario Vergara ci permette di riconoscere quanto sia stata, e di fatto sia viva la sensibilità missionaria nella nostra Diocesi. Riconosciamo che molto della formazione missionaria della nostra comunità cristiana è dovuto alla presenza ed all’azione pastorale del Pontificio Istituto per le Missioni Estere, da molti decenni attivo in Ducenta (Ce). Come Diocesi siamo molto grati ai numerosi Padri del PIME che si sono succeduti nell’attività di sensibilizzazione missionaria della nostra comunità cristiana. In questo momento sento di dover esprimere ancora un forte ringraziamento alla Parrocchia di S. Sossio in Frattamaggiore (Na) ed al suo Parroco, Mons. Sossio Rossi, che insieme con la Postulatrice della causa, Suor Carmelina Vergara, non hanno lasciato cadere nel naturale oblio delle vicende umane la memoria del martirio di Padre Vergara, ma anzi hanno promosso e sostenuto con ogni attenzione possibile il ricordo della sua generosità di apostolo del Vangelo e del suo entusiasmo nell’andare per annunziare il Vangelo di Cristo ai fratelli più lontani”.
Padre Mario Vergara è nato a Frattamaggiore il 18 novembre 1910 e, nel corso della sua formazione al sacerdozio, matura la scelta missionaria. Nel settembre del 1934 parte per la missione del PIME in Birmania. Giunto a Toungoo, padre Vergara si dà allo studio delle lingue delle tribù cariane e dopo qualche mese gli viene assegnato il distretto di Citaciò, della tribù dei Sokù, con 29 villaggi cattolici e altrettanti catechisti da mantenere, oltre alla cinquantina di orfani raccolti dalla missione. Con le tristi vicende della seconda guerra mondiale, i missionari italiani vengono internati nei campi di concentramento inglesi in India: tra questi missionari c’è anche padre Mario Vergara, che viene rilasciato dopo quattro anni. Nel 1946 viene inviato dal vescovo Lanfranconi all’estremità orientale della missione di Toungoo. Dal 1949 la zona è teatro di scontro quotidiano tra gruppi locali e, in questo contesto, padre Mario prende le difese degli oppressi, peggiorando la sua posizione e quella del suo coadiutore padre Galastri: sospettati di essere spie del governo centrale, il 24 maggio 1950 padre Vergara, padre Galastri e il catechista Isidoro sono arrestati e uccisi, i loro cadaveri gettati nel fiume Salween.