Pubblichiamo integralmente il Messaggio per la Quaresima 2014 rilasciato oggi da S. E. Mons. Angelo Spinillo, vescovo di Aversa.
NEL “MISTERO” DELLA FEDE LA NOSTRA SPERANZA
Carissimi confratelli Sacerdoti, Diaconi,
Carissimi fratelli e sorelle,
dopo aver letto il messaggio che il Santo Padre Francesco ha inviato per l’inizio di questa Santa Quaresima a tutta la Chiesa, sono stato a lungo in dubbio sull’opportunità di aggiungere altro a quanto egli ci ha donato ed indicato come percorso spirituale da vivere in questo santo tempo di preparazione alla Pasqua del Signore Gesù. In sintonia, però, con quanto Egli ci ha detto, e quasi desiderando dialogarne con voi tutti per farne più ricca meditazione e per trarne più forte incoraggiamento a vivere autenticamente la fede, la speranza e la carità, vi presento, proprio come dice il Papa, “alcune riflessioni perché possano servire al cammino personale e comunitario di conversione”.
Il messaggio che Papa Francesco ci ha dato per la Quaresima di questo anno 2014 prende il titolo dalle parole di San Paolo ai Corinzi “Si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà” (2Cor 8,9). Ed è come un appassionato invito a contemplare, con grato stupore e con consapevole timore, il mistero grande che è “l’incarnazione di Dio!”.
“E’ un grande mistero…” dice il Papa. E mi fa pensare a come questa parola, nel suo vero significato, sia poco frequente nel nostro linguaggio. Infatti la usiamo spesso per indicare qualcosa di indecifrabile ed insidioso che ci spaventa, o qualcosa che non comprendiamo nell’essere e nell’agire degli altri che, di conseguenza, naturalmente non accettiamo. In questa forma, purtroppo, la parola “mistero” diventa spesso occasione e segno di una divisione, di separazione e di allontanamento dalle persone e dalle situazioni che non si armonizzano con le nostre scelte, che non rispondono alle nostre esigenze o alle nostre proposte. Dobbiamo confessare che troppo spesso pretendiamo che il mondo debba coincidere con le nostre vedute e che tutto possa avere senso e valore soltanto in relazione al nostro criterio di giudizio.
Se, però, proviamo ad essere onesti con noi stessi, facilmente ci rendiamo conto che quando usiamo la parola “mistero” con questo senso di non comprensione, in realtà stiamo esprimendo un rifiuto a dialogare, ci siamo chiusi nelle sterili argomentazioni delle nostre ragioni e rifiutiamo la possibilità di comprendere il pensiero e le ragioni dell’altro.
“E’ un grande mistero l’incarnazione di Dio!” dice il Papa. Ma qui la parola “mistero” è l’annunzio di una realtà viva, di una realtà che appare luminosa per la vita del mondo, di una realtà che testimonia la verità della salvezza dell’uomo. Dio, il Dio infinito ed eterno che i cieli non possono contenere (1Re 8,27) è venuto incontro all’umanità, si è fatto uomo, è “Emmanuele, … Dio con noi” (Mt 1,23).
Qui la parola “mistero” indica una verità che non può essere misurata o spiegata con il nostro ordinario modo di pensare perché è una verità infinitamente più grande dei nostri giudizi. Qui l’anima credente ha la certezza che il pensiero di Dio, che i suoi sentimenti e la sua presenza sono infinitamente più grandi e lontani dalle nostre possibilità di calcolare, di spiegare e di capire. “Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri” (Is 55,9), “Quanto dista l’oriente dall’occidente, così…” (Sal 103,12).
Eppure, per il “mistero” di un amore, grande quanto è grande Dio stesso, “il Signore guarda dal cielo: Egli vede tutti gli uomini” (Sal 33,13), e Maria canta: “ha guardato l’umiltà della sua serva” (Lc 1,48).
L’amore che abbatte ogni lontananza, che supera ogni distanza, che spoglia se stesso, che si svuota delle proprie prerogative per assumere “una condizione di servo, diventando simile agli uomini” (Fil 2,7) è “mistero”:
è verità che l’umanità incontra, che l’umanità riceve e conosce come dono prezioso, inestimabile;
è dono vivo e reale offerto a tutti, e che tutti sono invitati ad accogliere;
è dono che, nella sua grandezza, coinvolge tutta la nostra vita nella verità dell’amore di Dio.
E’ “mistero” che raccoglie ed unisce coloro che lo contemplano, che penetra e trasforma la vita di coloro che credono, che coinvolge coloro che sperano nella presenza del Signore in una storia mirabile di carità.
Ecco, allora, la prima, fondamentale conversione, da coltivare in questo tempo di Quaresima:
riconoscere che la grandezza, la bellezza, la bontà della vita non coincide con i nostri poveri pensieri, con i limiti delle nostre opinioni e con la volubilità dei nostri sentimenti;
riconoscere che per il “mistero” del dono dell’amore di Dio siamo stati chiamati alla vita;
riconoscere che solo la misericordia di Dio è la potenza, il dinamismo che apre alla vita ogni realtà creata ed ogni persona umana.
In questo percorso di conversione ci sostiene ed incoraggia l’antica tradizione e la liturgia della nostra Chiesa che nel tempo santo della Quaresima ripropone alla nostra meditazione le mirabili pagine della Sacra Scrittura in cui ci è narrata e ci coinvolge la grande esperienza di fede dei Patriarchi e dei Profeti d’Israele, del popolo di Dio e del suo cammino nel deserto della storia del mondo verso la piena realizzazione dell’alleanza promessa. Solo questo intenso e vero cammino di conversione può liberarci dalla miseria in cui spesso viviamo.
Ancora nel suo messaggio per la Quaresima, Papa Francesco ci spiega che cos’è la miseria distinguendola in “miseria materiale… miseria morale… miseria spirituale”. Se la prima è mancanza di mezzi per sopravvivere, la seconda è il triste rimanere sottomessi alla prepotenza dell’egoismo ed il perdersi nel vizio. La terza, mi pare, è la più terribile delle miserie e la madre di ogni altra forma di miseria.
La miseria spirituale è quella tremenda chiusura dell’uomo che non apre l’anima all’incontro con il “mistero”, che non riconosce il dono grande dell’amore eterno e, lontana da Dio, racchiude e soffoca ogni speranza di vita nello spazio angusto del proprio “io”. E’ la miseria che impedisce ogni fiducia ed ogni slancio di creatività di vita vera e di dono di vita.
La Quaresima è per noi il tempo privilegiato che ci aiuta ad imparare a vivere in dialogo con Dio, ci aiuta ad imparare a pregare riconoscendo con umile timore l’infinita grandezza di Dio, che rimarrebbe assolutamente lontano, inaccessibile all’uomo, ma che, nel “mistero” del suo essere amore, viene incontro alla nostra povera umanità e rivela il suo volto di Padre misericordioso.
La santa Quaresima è per noi il tempo privilegiato in cui più intensamente siamo chiamati a contemplare l’amore di Dio che dona tutto se stesso all’umanità e che nel “mistero grande” del sacrificio del suo Figlio Gesù, ci invita, e ci chiama a vivere in comunione con la sua volontà, ad amare come Egli ama, a poter condividere con i fratelli l’unica vera fonte di bene: la carità.
Fratelli e sorelle carissimi, auguro a tutti di vivere intensamente questo tempo di Quaresima, tempo nel quale l’annunzio del Vangelo di Gesù, e la celebrazione della sua Pasqua aprono il nostro cuore e la nostra anima alla speranza di poterlo seguire e di poter vivere con Lui la grandezza infinita del bene.
Auguro a tutti che la celebrazione del “mistero” della Pasqua di Gesù sia ricca di speranza, apra il cuore al desiderio di vivere con Lui, di seguire Lui, “uomo nuovo”, vincitore del peccato e della morte.
Il “mistero” del nostro incontro con l’infinita grandezza dell’amore di Dio ci doni di diventare umanità nuova, generosa e fedele nell’amare la vita;
il “mistero” del nostro incontro con la pienezza del bene che è Dio ci doni di riconoscerci poveri, desiderosi di vivere alla sua presenza;
il “mistero” del nostro incontro con il Creatore, cui appartiene ogni realtà creata e tutta la terra, ci doni mitezza e sapienza nel vivere con tutte le sue creature;
il “mistero” del nostro incontro con la grandezza della giustizia del Dio che salva ci doni di amare la volontà del Padre che vuole che tutti i suoi figli siano salvi;
il “mistero” del nostro incontro con l’infinita misericordia di Dio ci renda capaci di misericordia, di solidale vicinanza a tutta l’umanità;
il “mistero” del nostro incontro con la bellezza del Dio che ama l’umanità ci doni limpidezza nel coltivare autentici sentimenti di benevolenza verso chi cammina con noi.
il “mistero” del nostro incontro con Colui che “non è venuto per farsi servire, ma per servire” (Mc 10,35) ci renda capaci di “lavare i piedi gli uni agli altri” (Gv 13, 14).
Segno vivo del nostro partecipare alla grandezza del “mistero” della misericordia di Dio, sarà il condividere il servizio di carità che la nostra Chiesa Diocesana vive particolarmente presso la struttura di “S. Agostino” in Aversa.
Nella “S. Messa crismale” raccoglieremo il frutto della penitenza offerto alla carità quaresimale che ciascuna comunità vorrà presentare.
In fraternità vi chiedo di pregare per me e invoco su tutti la benedizione del Signore.
5 marzo 2014, inizio della Santa Quaresima
+ Angelo
Vescovo