Per onor di cronaca bisogna dire che Amrik certamente non è morto nella solitudine e non viveva per strada
Amrik Singh muore di freddo ma non da solo, muore su una strad…
Si può morire di freddo? Si,ma Amrik non è morto di solitudine e non è morto barbone. Amrik Singh è morto di freddo, un infarto lo ha stroncato per strada, mentre ritornava a casa. Amrik , muore all'improvviso come spesso accade a chi muore così, il freddo – avrà forse influito – e una salute precaria, già amputato di una gamba per un diabete abbastanza avanzato, non gli hanno dato scampo nel momento in cui è stato colto da un infarto. Ma per onor di cronaca bisogna dire che Amrik certamente non è morto nella solitudine e non viveva per strada. Amrik Seingh nasce in India nel 1968 e come spesso capita a tanti uomini e tante donne nati nella povertà anche lui ha lasciato il suo paese per trasferirsi in Italia in cerca di un futuro migliore. Nel 2015 Amrik incrocia il suo cammino con la Caritas diocesana di Aversa e da quel momento per lui è iniziato un percorso di accoglienza. Prima in Caritas e poi nella “Gratis Accepistis”struttura diocesana per i senza fissa dimora, fino a pensare per lui con l'aiuto di buona gente un graduale inserimento nel tessuto della vita cittadina. Amrik nella Caritas trova non solo una casa, ma una dimora familiare e dopo anni di solitudine e strada comincia a sentirsi di nuovo parte di una famiglia. Ne sono testimonianza i tanti amici che sono presenti questa mattina ai suoi funerali nella Caritas di Aversa. Di Amrik ce ne parla Paco un giovane volontario della Caritas diocesana di Aversa che con voce commossa ci ricorda di come si sono conosciuti e di come in questi anni Amrik si era legato a lui e ad altri operatori della Caritas al punto di sentirli come la sua nuova famiglia. Anche don Carmine Schiavone direttore della Caritas diocesana nel introdurre la celebrazione funebre ci ha ricordato che nel tempo il percorso di inserimento di Amrik si è trasformato in un cammino spirituale che l'avrebbe portato a riceve il battesimo prossimamente. La celebrazione funebre tenutasi all'interno della Caritas diocesana di Aversa ha radunato nella preghiera molti amici di Amrik che in modo commosso hanno voluto nella preghiera salutare questo loro amico di viaggio. La celebrazione è stata Presieduta dal Vescovo di Aversa Mons Angelo Spinillo che in un passaggio dell’omelia ha ricordato a tutti come la Caritas diocesana diventa sempre di più un luogo di accoglienza per chi arriva da lontano ma anche un luogo dove comunità religiosa e civile si adoperano insieme per alleviare le fatiche dei più poveri ed emarginati. A testimoniare questa rete di solidarietà alla celebrazione hanno partecipato anche il Sindaco di Aversa il dott De Cristoforo e il Senatore Lucio Romano sempre attento alla vita della comunità cittadina. Ora, come ricordava il Vescovo nell’omelia, Amrik riposa nella dimora eterna di Dio lui che in terra è stato pellegrino. Abbiamo provato a raccontarvi Amrik un nostro amico, con una storia e una rete di amicizie. Morto sul bordo di una strada che non era più la sua casa da quando una casa l'aveva trovata insieme ad una famiglia. A chi ha bisogno di un martire del freddo e di un barbone per fare retorica su ciò che non va ci dispiace ma Amrik è un esempio di una sistema di solidarietà positivo, anche quando poi arriva sorella morte e lo porta via così in modo improvviso lasciando tutti noi in un silenzioso e composto dolore. Direttore Ufficio Comunicazioni don Francesco Riccio
Pubblicato da Chiesa di Aversa su Sabato 7 gennaio 2017
Si può morire di freddo? Si,ma Amrik non è morto di solitudine e non è morto barbone. Amrik Singh è morto di freddo, un infarto lo ha stroncato per strada, mentre ritornava a casa nel centro accoglienza della Caritas Diocesana “Gratis Accepistis”. Amrik , muore all’improvviso come spesso accade a chi muore così, il freddo – avrà forse influito – e una salute precaria, già amputato di una gamba per un diabete abbastanza avanzato, non gli hanno dato scampo nel momento in cui è stato colto da un infarto. Ma per onor di cronaca bisogna dire che Amrik certamente non è morto nella solitudine e non viveva per strada. Amrik Seingh nasce in India nel 1968 e come spesso capita a tanti uomini e tante donne nati nella povertà anche lui ha lasciato il suo paese per trasferirsi in Italia in cerca di un futuro migliore. Nel 2015 Amrik incrocia il suo cammino con la Caritas diocesana di Aversa e da quel momento per lui è iniziato un percorso di accoglienza. Prima in Caritas e poi nella “Gratis Accepistis”struttura diocesana per i senza fissa dimora, Amrik trova non solo una casa, ma una dimora familiare e dopo anni di solitudine e strada comincia a sentirsi di nuovo parte di una famiglia. Ne sono testimonianza i tanti amici che sono presenti questa mattina ai suoi funerali nella Caritas di Aversa. Di Amrik ce ne parla Paco un giovane volontario della Caritas diocesana di Aversa che con voce commossa ci ricorda di come si sono conosciuti e di come in questi anni Amrik si era legato a lui e ad altri operatori della Caritas al punto di sentirli come la sua nuova famiglia. Anche don Carmine Schiavone direttore della Caritas diocesana nel introdurre la celebrazione funebre ci ha ricordato che nel tempo il percorso di inserimento di Amrik si è trasformato in un cammino spirituale che l’avrebbe portato a riceve il battesimo prossimamente. La celebrazione funebre tenutasi all’interno della Caritas diocesana di Aversa ha radunato nella preghiera molti amici di Amrik che in modo commosso hanno voluto nella preghiera salutare questo loro amico di viaggio. La celebrazione è stata Presieduta dal Vescovo di Aversa Mons Angelo Spinillo che in un passaggio dell’omelia ha ricordato a tutti come la Caritas diocesana diventa sempre di più un luogo di accoglienza per chi arriva da lontano ma anche un luogo dove comunità religiosa e civile si adoperano insieme per alleviare le fatiche dei più poveri ed emarginati. A testimoniare questa rete di solidarietà alla celebrazione hanno partecipato anche il Sindaco di Aversa il dott De Cristoforo e il Senatore Lucio Romano sempre attento alla vita della comunità cittadina. Ora, come ricordava il Vescovo nell’omelia, Amrik riposa nella dimora eterna di Dio lui che in terra è stato pellegrino. Abbiamo provato a raccontarvi Amrik un nostro amico, con una storia e una rete di amicizie. Morto sul bordo di una strada che non era più la sua casa da quando una casa l’aveva trovata insieme ad una famiglia. A chi ha bisogno di un martire del freddo e di un barbone per fare retorica su ciò che non va ci dispiace ma Amrik è un esempio di una sistema di solidarietà positivo, anche quando poi arriva sorella morte e lo porta via così in modo improvviso lasciando tutti noi in un silenzioso e composto dolore.
don Francesco Riccio
Direttore Ufficio Comunicazioni Sociali