“Chi segue la luce, incontra la luce: il Signore si manifesta a tutti i popoli, accogliamo il dono della sua presenza e aiutiamo gli altri a plasmare la loro vita nella luce di Cristo”
“È bello fermarsi vicino al presepe in occasione della solennità dell’Epifania, momento conclusivo delle feste natalizie”: ce lo dice mons. Angelo Spinillo nel messaggio per il 6 gennaio 2024, che chiude il ciclo dei commenti al vangelo iniziato con il tempo dell’Avvento. “Gesù si manifesta a tutti i popoli, questo spiega anche la presenza dei Re Magi, misteriosi personaggi che vengono da lontano, ma che rappresentano quella umanità che ha la sensibilità di cercare e che si lascia orientare dalla luce. E chi segue la luce, poi incontra la luce”.
Il presepe, dunque, ci racconta tutto questo come “segno ammirabile”, aggiunge il vescovo di Aversa citando Papa Francesco: “Il Santo Padre osserva proprio come il comporre il presepe nelle nostre case ci aiuti a rivivere la storia che si è vissuta a Betlemme”. E così, mentre i Vangeli sono la fonte che permette di conoscere e meditare quell’avvenimento, “la sua rappresentazione nel presepe aiuta ad immaginare le scene, stimola gli affetti, soprattutto – si coglie ancora nelle parole del Santo Padre – invita a sentirsi coinvolti nella storia della salvezza e quindi ad essere contemporanei di quell’evento, vivo e attuale”.
“Ci auguriamo che l’Epifania possa essere per noi ‘fiducia’ – conclude mons. Spinillo – e, quindi, impariamo ad accogliere il dono della presenza del Signore, a vivere la fede in lui e a trasmetterla come plasmando la nostra esistenza, aiutando gli altri a formare la loro vita nella luce del Cristo”.
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