Giovedì 5 settembre alle ore 12, conferenza in curia per promuovere nuovi spazi di riflessione e per presentare la “Marcia per la Vita” e la “Festa del Ringraziamento”
Una terra violata e deturpata, che da “Campania Felix” è stata orribilmente trasformata in “Terra dei Fuochi”: impossibile non associare la celebrazione dell’VIII Giornata per la custodia del creato alla cruenta attualità che colpisce il nostro territorio. Lo comprende ed esplicita benissimo Mons. Angelo Spinillo nella lettera pastorale rivolta “ai fratelli nella fede ed agli uomini di buona volontà”. Le linee guida dettate dal vescovo di Aversa precedono di qualche giorno la conferenza convocata per giovedì 5 settembre 2013 alle ore 12.00, nel Salone della Curia Vescovile, al fine di promuovere nuovi spazi di riflessione sulla “custodia dei doni di Dio” e presentare i prossimi eventi diocesani correlati alla Giornata Nazionale per la custodia del creato: il 4 ottobre, la Marcia per la vita da Orta di Atella a Caivano; il 10 novembre, la Festa del Ringraziamento nel centro storico di Aversa. Al fianco di Mons. Spinillo sarà presente anche don Peppino Esposito, direttore dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso.
Il tema di questa giornata vuole coinvolgere in particolare la famiglia che “educa alla custodia del creato” ma, “per avviare un rinnovamento autentico che porti in sé la speranza di buoni frutti per la vita sociale della nostra terra”, bisogna assumersi due fondamentali impegni personali e di alto valore comunitario: fare attenzione a tenere pulito l’ambiente in cui viviamo e chiedere ai responsabili del disastro ambientale di “partecipare con onestà alla possibile e doverosa bonifica dei siti inquinati”. Mons. Spinillo è consapevole di quanto sia ambizioso il secondo impegno, tanto che lo definisce “un’utopia irrealizzabile” ma, “per un senso di giusta restituzione”, sente di dover chiedere a queste persone di mettere a disposizione della società “quel denaro di cui si sono impossessati con l’illecito trasporto e abbandono di quei rifiuti industriali che oggi sono causa di tanti mali”.
Col passare del tempo, poi, emergono problemi ancora più gravi: “Oltre i danni provocati all’ambiente per l’abbandono incontrollato di rifiuti e per i roghi accesi per tentare di distruggerli, l’interramento indiscriminato di grosse quantità di rifiuti industriali, dopo anni, comincia a mostrare i suoi terribili effetti negativi anche sulle coltivazioni agricole”. E, allora, “oggi, ancora più che in passato, è necessaria una politica vera, è necessario un intelligente dialogo civile, un confronto sincero e attento alla ricerca delle possibilità più efficaci per il progresso comune”. Perché amare la nostra terra come la ama Dio è “immaginarla come la sognano i nostri bambini: pulita, illuminata dalla luce del sole, vitalizzata dall’aria del vento, irrigata da acque dolci e limpide, colorata di fiori e di frutti, ricca della presenza di uomini e di donne in dialogo con la vita”.