Nella quarta domenica di Avvento ci fermiamo vicino al presepe, ed è bello contemplarlo nei particolari.
“Il presepe rappresenta l’umanità immersa nella sua vita quotidiana”, osserva mons. Angelo Spinillo nello spezzare la parola di domenica 22 dicembre 2024: “la fatica necessaria a vivere e, allo stesso tempo, la speranza di mettere a frutto i propri talenti”. Tutto questo trova un senso nell’essere illuminati dalla luce di Cristo perché, prosegue il vescovo di Aversa, “ogni nostra attività assume significato se è orientata verso l’oltre, proiettata verso una ricchezza più grande”.
Ecco dunque la bellezza dell’umiltà del vivere quotidiano, l’umiltà di un presepe, generalmente composto da “materiali poveri o scartati ma che, riciclati, si trasformano in segno di una umanità che alza lo sguardo verso la luce”. In questo ci accompagna la stupenda pagina del Vangelo di Luca, in cui Maria va a far visita alla cugina Elisabetta: “Come Betlemme – il più piccolo dei capoluoghi di Giuda – diventa il centro del mondo, così Maria – l’umile ancella del Signore – diventa la Madre, pienamente partecipe della vita nuova che Dio dona al mondo e che redime l’umanità”.
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