“Gesù, il figlio, si è fatto nostro fratello perché potessimo andare con lui verso la Pasqua, la terra promessa: il luogo in cui vivere in pienezza il bene nell’abbraccio del Padre”
Ci avviamo ormai verso la fine della quaresima e, quindi, guardiamo alla meta: la Pasqua, il passaggio dalla condizione di schiavitù alla terra promessa.
Nella parola della quarta domenica che spezziamo il prossimo 27 marzo 2022, dunque, ritroviamo un racconto che spesso ci accompagna nel nostro cammino di fede: la parabola del figliol prodigo, o del padre misericordioso. “La terra promessa è così ben rappresentata dall’abbraccio del Padre a quel figlio che gli va incontro, riconoscendo di non essere degno di essere accolto”, commenta Mons. Angelo Spinillo. “Ma è proprio lì che avviene la grande conversione, il passaggio nella terra promessa. Nella parabola anche l’altro fratello viene invitato ad essere figlio, non estraneo, a riconoscere che tutto è condivisione piena del dono di Dio”. E in questo nostro essere figli, nella libertà di sentirci partecipi del bene, ci soccorre la presenza del Cristo: colui che, come ci dice l’apostolo Paolo nella seconda lettura, si è fatto peccato per redimerci.
Gesù, conclude il vescovo di Aversa, è venuto a vivere in mezzo a noi: “Egli, il figlio, si è fatto nostro fratello perché potessimo andare con lui verso la Pasqua, verso la Terra promessa: il luogo in cui vivere in pienezza il bene nell’abbraccio del Padre”.
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