Oggi, a trent’anni di distanza dalla storica visita di Sua Santità Giovanni Paolo II ad Aversa, ci piace riportare alla memoria il grande valore che rappresentava quell’incontro per il presente e per il futuro, secondo le parole del Vescovo Giovanni Gazza, di venerata memoria: “Ci è stato consegnato un seme, toccherà a noi farlo crescere su terreno fertile, coltivarlo, farne sprigionare la potenzialità…”.
La visita del Papa ad una Chiesa diocesana è la testimonianza della fraterna accoglienza della diversità delle forme e dei linguaggi, delle modalità caratteristiche proprie di ciascuno dei fratelli, delle fatiche e delle speranze di ciascuna comunità nel vivere l’unica appartenenza al popolo santo di Dio; è la testimonianza del riconoscere che la diversità dei carismi e dei doni dello Spirito sono dati a noi dall’unica carità e che, nella loro varietà risuona l’unica vocazione ad essere con Gesù in piena adesione all’amore del Padre.
Mons. Gazza indicò subito quale potesse essere il seme che la visita del Papa aveva gettato nella nostra comunità e che avremmo dovuto accogliere e coltivare in tutta la sua potenzialità di “vita buona” per la nostra terra e per la nostra città. “Fin da ora, egli disse, mi sembra di poter individuare due linee portanti di tutto il messaggio trasmessoci dal Santo Padre. Una linea che ha come obiettivo un forte richiamo di ordine etico-sociale (riorganizzare la speranza; recuperare la legalità; la dignità dell’uomo; la religione della responsabilità). L’altra linea di ordine eminentemente religioso di richiamare all’anima dei nostri impegni cristiani: Cristo …”.
In quella visita, San Giovanni Paolo II, parlò delle grandi ricchezze di bene della nostra terra e della sapienza antica, e della religiosità e delle vocazioni alla missione, della generosa tenacia della nostra gente, ma osservò i problemi e le nuove fatiche delle nostre comunità e incoraggiò a non lasciarsi dominare dalle tremende contraddizioni dell’egoismo prepotente che diventano, poi, strutture di peccato e causa di miseria spirituale e sociale.
Sono certo che questo rileggere le sue parole e il gioire ancora nella memoria della sua presenza, ci permetteranno di ripetere “Ancora grazie, Santo Padre”.
+ Angelo Spinillo
Vescovo di Aversa
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Il ricordo della visita di Giovanni Paolo II ad Aversa
Una ricorrenza importante.
La città e diocesi di Aversa ricorda il trentennale della visita di Giovanni Paolo II qui da noi. Era il 12 e 13 novembre 1990: giorni memorabili che poi resteranno scolpiti per sempre nella memoria civica. Un evento che ha segnato la storia di Aversa, non solo sotto il profilo spirituale ma anche per i risvegli sociali di quella visita: il riconoscimento del ruolo svolto dal mondo agricolo nella crescita del territorio di Terra di Lavoro.
Ora ritorniamo alla storia di quelle giornata memorabili.
Trepidante attesa ed eccezionale entusiasmo furono i sentimenti che si avvertirono palpabili nei mesi prima dell’arrivo del pontefice. La storica Visita fu annunziata dal Vescovo di Aversa Mons. Giovanni Gazza a conclusione del Giubileo Lauretano, il 10 dicembre 1989:
“Un’importanza storica per due eventi che segneranno profondamente la vita della Diocesi”, “con il 1990 ricordiamo il IX centenario della costruzione di questa nostra Cattedrale”, scriveva Mons. Gazza,“ Al nome dei Sommi Pontefici che hanno visitato il Duomo di Aversa si aggiungerà il nome dell’attuale Sommo Pontefice Giovanni Paolo II; ed è questo il secondo, grande evento che ci verrà offerto: non più rievocazione storica, ma una nuovissima pagina di storia da scrivere…”
Insieme all’entusiasmo, numerosi anche gli interrogativi e gli impegni cittadini per un’adeguata accoglienza del Papa e dei fedeli per la storica Visita.
Ci si interrogava, ad esempio, su quanta gente sarebbe arrivata per l’incontro col papa. Una grande macchina organizzativa fu avviata perché l’evento fosse gestito al meglio.
Un grande Comitato d’accoglienza, civico ed ecclesiale, sotto l’alta presidenza del vescovo Mons. Giovanni Gazza e del sindaco arch. Carmine Bisceglia; un comitato misto costituito da rappresentanti del clero diocesano e religioso, dell’amministrazione civica e del mondo agricolo, con il coordinamento- segreteria generale del can. Ernesto Rascato.
Il fatto ebbe davvero una risonanza storica.
La sera del 12 novembre del 1990 Papa Giovanni Paolo II, scende dall’elicottero sul vicino Campo sportivo S. Eufemia di Carinaro. Poi nella sua papamobile, in piedi e con al fianco il vescovo Gazza, entra in Aversa giungendo nella centralissima Piazza Municipio, dove riceve il saluto del vescovo e dell’allora sindaco Bisceglia. Il Papa risponde con parole chiare, semplici e d’incoraggiamento. Giovanni Paolo II si porta alla volta dello storico Episcopio, dove cena e pernotta. Alle prime luci del giorno dopo, il 13 novembre 1990, Papa Wojtyla incontra il Clero e il laicato cattolico nella magnifica Cattedrale, invitando tutti a “non compromettetevi con i falsi richiami di questo mondo”. Dopo apre ufficialmente l’Anno giubilare per il nono Centenario della costruzione del Duomo, inaugurando l’ interessante Mostra sui Tesori della Cattedrale in gran parte sconosciuti alla cittadinanza.
Indi si reca presso la Centrale Ortofrutticola della Coldiretti, vicino alla Stazione Ferroviaria, dove incontra i rappresentanti (locali, provinciali e nazionali) del mondo degli Agricoltori, con l’esortarli ad “agire in ogni circostanza con spirito dì chi adempie un dovere e di chi compie un servizio”. Sul palco ai piedi dell’illustre Ospite sono presentati i pìù prelibati prodotti tipici della Terra di Lavoro.
Il pontefice riparte e lungo strada, alle ore 10:30, l0 attende una sosta imprevista. Il vicino comune di Lusciano, mèta dì passaggio del corteo diretto Ducenta, organizza uno stratagemma per fermare il Papa. Fa trovare lungo la strada gruppi folcloristici in costume d’epoca, uno addirittura polacco, che circondano (danzando) l’auto papale… che è costretta alla sosta.
Il corteo papale riparte, con una sosta imprevista lungo il percorso presso il Comune di Lusciano, e a Ducenta visita il Papa visita il Seminario del Pontificio Istituto delle Missioni Estere (PIME) e prega sulla tomba del venerabile Padre Paolo Manna, beatificato dallo stesso pontefice nel 2002.
Lasciato il PIME, il corteo passa per Trentola e S. Marcellino e giunge nel comune di San Cipriano d’Aversa presso il Santuario Mariano “Mia Madonna e mia Salvezza“ (dei Missionari della Piccola Casetta di Nazareth di Casapesenna, opera fondata dal servo di Dio don Salvatore Vitale. Qui l’attendono circa cinquantamila persone, in gran parte immigrati di colore, bambini e famiglie. Giovanni Paolo II c si rivolge ai bambini, sui cui volti legge la gioia di vivere, ringraziandoli col dire loro : “… Voi siete la speranza, il futuro di questa società”.
Poi rivolge la sua parola agli immigrati convenuti incoraggiandoli ad “aver fiducia” ed auspicando di poter trovare “comprensione e fraterna solidarietà” nelle popolazioni aversane e delle zone vicine.
Lasciato il santuario di Casapesenna il Papa rientra ad Aversa dove pranza nella Pinacoteca del Seminario Diocesano con tutti i sacerdoti e seminaristi
Nel pomeriggio nell’area del Campo profughi, Giovanni Paolo II, alla presenza di circa centomila persone, presiede la solenne Concelebrazione eucaristica con i vescovi della Campania e i sacerdoti diocesani e campani; con l’animazione corale della Cappella Musicale Lauretana,composta da 800 cantori e diretta dal M° mons. Francesco Grammatico.
Alla fine della Messa, Giovanni Paolo II rivolge il suo saluto di commiato alla folla: “E’ giunto il momento di separarsi -afferma- torno a Roma, ma mi accompagna il ricordo della vostra terra” e più avanti: “Porto con me vostra voglia di vivere con dignità…”.
Ernesto Rascato